http://s7.bitefight.it/c.php?uid=78477

00:40 |

Realizzare un cappotto ester
no per isolare la nostra abitazione, limitando le perdite di calore, è molto semplice e spesso molto conveniente. Tale soluzione infatti permette di aumentare il potere isolante delle pareti, consentendo un risparmio economico per quanto riguarda le spese di riscaldamento. Il cappotto esterno è costituito da uno strato variabile di polistirolo compresso (dai 3 ai 6 centimetri) il quale viene "incollato" al muro esterno della nostra abitazione. Tale strato viene poi rivestito con una speciale rete resistente e ricoperto da un nuovo strato di vernice e colla, il quale viene poi tinteggiato. Alla fine del lavoro la presenza del cappotto non risulta visibile, in quanto il muro ritorna ad avere le caratteristiche visive che aveva precedentemente alla realizzazione dell'opera. L'unico difetto di questa soluzione è la poca resistenza agli urti; infatti la rete posta sopra allo strato di polistirolo assorbe eventuali impatti ricevuti, ma si deforma seguendo il polistirolo se dovessimo avere forti urti accidentali sulla parete.
Nell'immagine sotto è possibile notare quali siano le temperature della parete di confine della nostra abitazione senza cappotto di rivestimento. La zona rossa rappresenta la zona calda, mentre la zona blu la zona fredda. Nell'esempio sono state poste temperatura interna di 20°C ed esterna di 0°C. Più la zona blu è grande e più la perdita di calore dall'interno varso l'esterno è maggiore. Questo è evidenziato anche dalla figura in basso a destra, dove le frecce indicano la direzione e l'intensità del calore che passa attraverso la parete.

A questo punto, introducendo un cappotto di spessore ideale di 5 centimetri, possiamo vedere come diminuisca notevolmente la zona blu all'interno del muro e, di conseguenza, la zona di perdita di calore. Meno calore perdiamo e meno consumiamo per quanto riguara il riscaldamento.


La realizzazione di un impianto di questo tipo non è molto costosa, e permette un risparmio energetico del 30-40% annuo se realizzata sull'intero edificio. E' una soluzione ottimale sopratutto per case isolate, con grandi pareti esposte a zone fredde o di vecchia costruzione, con elevati consumi annui per il riscaldamento.

23:33 |

Pannelli solari e pannelli fotovoltaici hanno in comune solamente l’uso dell’energia solare come tipo di risorsa utilizzata. Per il resto, anche se il loro funzionamento non è molto differente, il pannello solare permette di riscaldare acqua per l’uso civile o per il riscaldamento domestico, mentre un pannello fotovoltaico viene utilizzato per produrre energia elettrica. Di conseguenza la scelta di realizzare un impianto o l’altro dipende molto dal fine che ci si pone, ossia se sia per noi più conveniente produrre energia elettrica o avere acqua calda sempre disponibile.
Bisogna precisare che i pannelli solari vanno ad integrare e non ad eliminare i sistemi tradizionali, dato che l’incostanza della risorsa solare non permette ai collettori solari di sostituire completamente le normali caldaie a gas o elettriche. Si può comunque arrivare a livelli molto elevati di rendimento, minimizzando l’utilizzo di caldaie. Un consiglio è quello di non realizzare impianti con serbatoi di raccolta dell’acqua calda esterni, dato che l’acqua in essi presenti subisce un raffreddamento, se non utilizzata, dovuto dalla differenza di temperatura tra l’interno e l’esterno del serbatoio, soprattutto nei periodi invernali. Si consiglia di immagazzinare l’acqua calda in boiler direttamente all’interno dell’abitazione.
La soluzione che prevede di produrre energia elettrica utilizzando pannelli fotovoltaici è ideale sopratutto per zone non connesse alla rete di distribuzione di corrente elettrica e permette di sostituire, dove esistono, impianti a diesel o gasolio per produrre corrente. Tale impianto è costituito, oltre che dai pannelli, da batterie d’accumulo, che permettono di avere autonomia anche in periodi di scarsa o assente illuminazione solare. E’ buona norma prevedere comunque una soluzione d’emergenza, ossia l’installazione di un piccolo motore diesel che consenta di non rimanere letteralmente al buio, durante eventuali periodi di crisi dell’impianto o di eventi di riparazione. L’utilizzo di pannelli fotovoltaici in zone collegate alla rete di distribuzione consente invece, oltre all’indipendenza elettrica della casa, anche la vendita di corrente al gestore, a prezzi molto vantaggiosi, visto il valore dell’energia prodotta da fonti rinnovabili. In periodi di impossibilità di funzionamento dell’impianto si può con questo sistema utilizzare l’energia elettrica fornita del distributore
01:44 |

Risparmiare
, utilizzando l'acqua piovana, è molto semplice, anche se all'inizio si deve effettuare un piccolo investimento. Bisogna precisare però, che l'acqua raccolta non può essere riutilizzata per fini civili, ossia coma acqua potabile o per uso domestico, ma solo come acqua per l'irrigazione o per scarico dei servizi igienici. Per esser resa potabile necessita di appropriati trattamenti.
Se stiamo realizzando un nuovo edificio, il costo di realizzazione dell'impianto è contenuto, dato che solitamente la vasca di raccolta viene interrata e non avremo quindi costi dati da scavi e movimenti terra.
Inserendo tale soluzione su un edificio esistente, i costi da sostenere comprenderanno
anche questa parte. Un impianto di riutilizzo dell'acqua piovana consiste essenzialmente in due parti:

- un serbatoio di raccolta, all'interno del quale viene convogliata l'acqua piovana che precipita sul tetto

- una pompa aspirante, per l'effettivo riutilizzo dell'acqua.

Il serbatoio di raccolta è solitamente costituito da una vasca in calcestruzzo di dimensioni variabili a seconda del volume d'acqua che vogliamo immagazzinare. La capacità di tale vasca varia molto a seconda delle dimensioni della superficie che vogliamo irrigare, e della piovosità della zona dove abitiamo. Più la zona è interessata da piogge brevi e poco frequenti, più la dimensione della vasca e della superficie di scolo (tetto) devono esser grandi.
Vasca e pompa formano i costi fissi del nostro impianto. Il costo della vasca varia a seconda della ditta produttrice, delle dimensioni e della capacità di carico che essa dovrà sopportare.
La scelta della pompa deve esser fatt
a in base alle esigenze. Se intendiamo solamente irrigare orti e giardini utilizzeremo pompe aspiranti a bassa prevalenza, mentre se intendiamo usare l'acqua nei nostri servizi igienici, dovremo scegliere pompe che garantiscono una prevalenza tale da raggiungere l'ultimo piano della nostra abitazione. La prevalenza di una pompa non è altro infatti che l'altezza massima alla quale essa è in grado di pompare l'acqua. Le pompe per questo tipo di attività sono alimentate elettricamente.
La realizzazione di quest'impianto è comunque molto semplice, dato che basta collegare i canali di scolo del nostro tetto tra di loro e convogliare l'acqua trasportata all'interno della vasca. Una soluzione ottimale prevede l'installazione di una pre-vasca in grado di separare l'acqua di prima pioggia, ossia l'acqua all'interno della quale sono presenti maggiori impurità e di una piccola griglia prima della vasca vera e propria che e
vita l'ingresso di parti solide quali foglie o ramaglie. Tale griglia deve comunque esser periodicamente controllata e pulita.
Un problema può esser causato dal non utilizzo nel periodo invernale dell'acqua raccolta. Per questo un consiglio è quello di svuotare la vasca alla fine del periodo d'irrigazione, e di provvedere ad una pulizia interna della vasca ogni 2 anni.
In alternativa si può inserire nella vasca una piccola pastiglia di cloro, come quelle usate nelle piscine, per disinfettare un pò l'acqua presente nella vasca. I quantitativi di cloro devono però esser decisi da personale esperto e competente.


12:31 |

Valutare il risparmio monetario, dovuto all'installazione di un impianto per la raccolta dell'acqua piovana è molto semplice. Per prima cosa dobbiamo stimare quali sia la nostra spesa annua d'acqua per l'irrigazione.
I consumi medi al "metro quadrato" (che d'ora in poi chiameremo mq) per un'irrigazione ottimale sono:

- PRATI = 1,1 mc d'acqua l'anno
- SIEPI ed ARBUSTI = 1,5 mc d'acqua l'anno
- ORTI = 0,9 mc d'acqua l'anno

Per calcolare quindi la quantità d'acqua cosumata, basta moltiplicare l'estensione dell'area irrigata per il costo annuale al metro cubo (mc) d'acqua utilizzata. Ad esempio:

- PRATO 150 mq = 1,1 * 150 = 165 mc d'acqua l'anno
- ORTO 60 mq = 0,9 * 60 = 54 mc d'acqua l'anno
- SIEPE di 30 m = 1,5 * 30 = 45 mc d'acqua l'anno

Il consumo annuale d'acqua in questo caso è quindi di 264 mc d'acqua l'anno. Per le siepi consideriamp solola loro lunghezza A questo punto sommiamo tali valori e li moltiplichiamo per il costo massimo al mc di fornitura d'acqua, presente sulla nostra bolletta, o per il valore medio di 1,2 €/mc

( 165 + 54 + 45 ) * 1,2 €/mc = 316 €

Il sistema ci permette di risparmiare circa 320 euro l'anno. Se inoltre utilizziamo l'acqua piovana anche come scarico dei nostri servizi igienici, avremo un ulteriore risparmio di 11 mc d'acqua l'anno per ogni abitante, circa 15 €. Una volta stimato il costo dell'impianto, scegliendo da cataloghi o siti internetla soluzione più congeniale al noatro fabbisogno, ossia la combinazione di vasca di raccolta e pompa aspirante, basterà dividere il costo totale dell'opera per il risparmio annuo, per trovare in quanto anni l'impianto viene ammortizzato. Ipotizzando un costo di un impianto in un nuovo appartamento di tre abitanti con utilizzo dell'acqua potabile nei servizi igienici, pari a 3600 €, con il risparmio precedentemente calcolato avremo:

( 3600 € / ( 320 + 15*3 ) = 9 anni

dove 15 € sono i soldi risparmiati per i servizi igienici, e 3 il numero di abitanti. Se tale opzione non è prevista non si conteggia la quota scritta in corsivo.
Mediamente i costi vengono ammortizzati in un periodo che va dai 5 anni, per chi utilizza grandi quantitativi d'acqua, ai 15-20 per chi non ne consuma elevate quantità. Questo sistema consente però di avere sempre a disposizione acqua per irrigare e coltivare in modo ottimale piccoli e grandi terreni, anche in periodi di siccità o in periodi, sempre più frequenti, in cui le Amministrazioni Comunali vietano l'irrigazione per far fronte a crisi del sistema idrico.
I vantaggi economici per questa soluzione non sono ampi e certi, esistono solo vantaggi sicuri dati dall'indipendenza idrica per il coltivabile e alla conseguente possibilità di aver sempre a disposizione un'ingente riserva d'acqua anche nei periodi più secchi.